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Malattie  Autoimmuni
Le malattie autoimmuni sono condizioni patologiche caratterizzate da una reazione anomala da parte del sistema immunitario nei confronti di tessuti o cellule dello stesso organismo danneggiandolo in vario grado.
Artrite reumatoide (articolazioni), alcuni tipi di diabete (cellule del pancreas), morbo di Crohn (enterociti), Lupus eritematoso (tessuti diversi), connettiviti (tessuti connettivi), artrite di Horton (arterie), morbo di Basedow (tiroide) sono alcune delle malattie in cui il sistema immunitario aggredisce tessuti dell´organismo (quelli tra parentesi) alterandone come conseguenza le funzioni.
In alcuni casi vengono attaccate cellule specifiche di un organo specifico, in altri casi cellule specifiche che però si trovano in organi o distretti differenti, in altri ancora - come nel caso del Lupus - vengono attaccate diverse cellule e diversi organi, in tal caso si tratta di una grave malattia autoimmune sistemica.
Il sistema immunitario è programmato per riconoscere il self cioè le cellule e tessuti del proprio organismo come "amici". Quando non sono più riconosciuti come amici vengono attaccati scatenando una reazione infiammatoria nei confronti del tessuto o tessuti interessati. Verranno quindi prodotti dai linfociti B anticorpi programmati per distruggere il tessuto dell´organismo ora considerato come estraneo.
Tali malattie sono spesso serie e compromettono considerevolmente la qualità della vita della persona affetta da tali patologie.
I normali trattamenti farmacologici e cure per le malattie autoimmuni prevedono: antinfiammatori non steroidei, cortisonici, immunosoppressori e a volte anche antineoplastici come il metotrexate.
 
Tutti questi trattamenti e cure hanno alcuni punti in comune:
1) Nessuno di questi farmaci o trattamenti indirizza ne risolve le cause delle malattie autoimmuni.
2) Infatti la ricerca farmaceutica parte dal presupposto che "le cause di tali malattie sono sconosciute". Io mi permetto di aggiungere che se le cause delle malattie non sono note alla ricerca farmaceutica è anche perché tale ricerca non ha mai indirizzato le cause bensì solo i meccanismi infiammatori ed i sistemi per bloccarli.
3) Hanno effetti collaterali spesso anche gravi.
Fatte queste premesse si potrebbe giungere alla conclusione che non vi siano grandi speranze per risolvere effettivamente tali patologie. Fortunatamente non è così.
Proviamo a procedere con logica; prima di tutto se il problema è un´azione esagerata e sbagliata del sistema immunitario la prima conclusione, che non fa appunto parte dei principi su cui opera la medicina farmacologica, è che l´organo ammalato non è la tiroide (nel caso delle tiroiditi autoimmuni) o il pancreas (in alcuni tipi di diabete) o le articolazioni (artrite reumatoide).
L´organo ammalato che va curato è il sistema immunitario in quanto è lui che ha smesso di funzionare correttamente e guarda caso nei trattamenti farmacologici non solo non si aiuta tale apparato ma lo si indebolisce ulteriormente interferendo con le sue funzioni.
La medicina ufficiale dice: "il sistema immunitario è impazzito e quindi dobbiamo fermarlo" bloccandone i meccanismi in modi diversi (blocco di sintesi delle prostaglandine pro-infiammatorie, azione più drastica con cortisonici o bloccando direttamente la sintesi dei componenti del sistema immunitario con gli immuno-soppressori).
In tutto ciò manca una domanda chiave: perché il sistema immunitario è uscito dalla carreggiata?
Poiché giustamente il nostro sistema immunitario viene considerato una "macchina da guerra" sofisticata e complessa che deve combattere contro i nemici esterni (germi, tossine ecc.), facciamo l´esempio di un battaglione militare normalmente preposto ed addestrato a difendere un villaggio dalle incursioni dei nemici.
Tale battaglione opera in modo corretto a condizione che debba fronteggiare ciò per cui è stato programmato. Questa è un´affermazione fondamentale anche per capire il nostro sistema immunitario.
Mettiamo però che oltre a dover fronteggiare l´incursione di un nemico contro il villaggio il battaglione si ritrovi contemporaneamente a dover combattere contro un gruppo di criminali che dall´interno del villaggio lo attacca.
Inoltre qualcuno fa saltare i cancelli delle carceri ed altri criminali girano per il villaggio seminando terrore. Se ciò non bastasse da settimane il battaglione non riceve gli adeguati rifornimenti alimentari e militari.
Pensate che il nostro battaglione sia in grado di far fronte a tale situazione? Molto probabilmente no ed è anche possibile che nel tentativo di eliminare un criminale o un nemico, un cittadino comune venga confuso come tale ed ucciso.
In questa metafora sappiamo cosa è rappresentato dal battaglione: il sistema immunitario, i nemici sono gli agenti patogeni esterni all´organismo, ma cosa rappresentano i criminali all'interno del villaggio?
Cos´è che fa impazzire dall´interno il sistema immunitario? Si tratta di sei categorie principali:
1) tossine all´interno delle cellule e dei tessuti connettivi;
2) agenti patogeni esterni che hanno colonizzato l´organismo e sono diventati ospiti fissi ma apparentemente silenti;
3) lo stress che elevando in modo cronico la produzione interna di cortisolo porta prima ad una immunosoppressione e poi all´autoimmunità. Inoltre l´eccesso di cortisolo porta a bassi livelli di DHEA: un importante ormone che contrasta e bilancia gli effetti negativi di un eccesso di cortisolo in particolare sul sistema immunitario;
4) la carenza di nutrienti necessari al corretto funzionamento del sistema immunitario;
5) La sindrome dell´intestino permeabile che: lasciando entrare una quantità eccessiva di elementi tossici dall´alimentazione, o anche semplicemente proteine non completamente scomposte in aminoacidi, contribuisce a sovraccaricare il sistema immunitario e ad aumentare le intolleranze alimentari che a loro volte tramite reazioni crociate peggiorano le malattie autoimmuni.
6) Deficit genetici del fegato che diminuiscono la capacità detossificante del l´organismo (condizione molto più frequente di quanto si pensi anche in persone perfettamente sane).
Non è un caso che tali patologie siano in aumento mentre la nostra società diventa sempre più tossica con un aumento molto rapido di sostanze chimiche (farmaci, additivi chimici nei cibi, inquinamento atmosferico, inquinamento delle acque e dei terreni coltivati ecc.).
Per un adeguato adattamento genetico sarebbero necessari migliaia e migliaia di anni per rendere l´organismo umano in grado di fronteggiare tale aumento di tossicità che invece si è verificato in soli pochi decenni.
La parola d´ordine quindi per chi soffre di malattie autoimmuni deve essere:
"LIBERARE IL SISTEMA IMMUNITARIO DA TUTTO IL LAVORO IN ECCESSO E RIFORNIRLO DEI GIUSTI NUTRIENTI NECESSARI AD UN SUO CORRETTO FUNZIONAMENTO".
In che modo muoversi per ottenere un tale risultato? Non certo prendendo un depurativo del fegato che per quanto sicuramente utile non aiuterà la persona a risolvere il problema.
A livello di medicina ufficiale è oramai ampiamente dimostrato (ed infatti è riportato nei testi che si studiano all'università di medicina anche se poi la medicina ufficiale raramente si muove in tale direzione) che parassiti, batteri, funghi e candida promuovono l´insorgere di patologie autoimmuni. Molti di questi agenti patogeni portano antigeni montati sulla loro membrana cellulare, con una struttura proteica simile a quella di alcuni nostri tessuti onde per cui una costante o frequente presenza di candida o parassiti o batteri o altri funghi facilità "l'impazzimento" del sistema immunitario verso una reazione ai nostri tessuti.
La prima azione quindi sarà quella di eliminare tali agenti patogeni tenendo presente che gli esami ufficiali per la ricerca di tali agenti danno spesso dei falsi negativi come la ricerca di parassiti nelle feci.
La seconda azione sarà quella di garantire tramite l´utilizzo di integratori, il rifornimento di tutti i nutrienti essenziali al corretto funzionamento del sistema immunitario (in particolare vitamine specifiche e minerali).
La terza azione: risanare a fondo l´intestino tramite il protocollo in tre fasi per ridurre e risolvere la permeabilità intestinale onde evitare il continuo assorbimento di sostanze ed agenti patogeni tossici. Ciò include la risoluzione delle intolleranze alimentari.
La quarta azione: una completa e profonda depurazione del fegato. Questa azione va fatta dopo l´intestino poiché è quest´ultimo che, quando non funziona adeguatamente, "rifornisce" continuamente di materiale tossico il fegato che andrebbe invece eliminato tramite le feci.
La quinta azione: una completa depurazione di tutti i tessuti connettivi. Se la persona ha accumulato mercurio od altri metalli tossici anche questi andranno risolti.
Nessuna di queste azioni è rivolta a "curare" le malattie autoimmuni, bensì a normalizzare le normali funzioni fisiologiche dell´organismo ed è questo il compito della Naturopatia: stimolare la naturale capacità di auto-guarigione.
Vi sono anche cure alternative che utilizzano sostanze naturali per mimare o simulare gli effetti dei farmaci con efficacia inferiore ma senza effetti collaterali.
Ad esempio tramite piante ad azione antinfiammatoria come la Boswellia, la Curcuma, l´Artiglio del diavolo ed altri integratori come gli Omega 3 od il CMO. Cercare di imitare la farmacologia utilizzando prodotti naturali vuol dire non solo essere fuori dalle cure ufficiali ma anche dalla Naturopatia se questo risulta l´unico trattamento intrapreso a livello naturale. Può però essere utile, in aggiunta al protocollo sopra esposto, l´assunzione di tali prodotti tenendo presente che non vanno a riequilibrare l´organismo in relazione alle cause delle malattie autoimmuni.
 
Nel precedente articolo ho trattato questo argomento esponendo i principi che stanno alla base dell´approccio naturopatico a questa categoria di patologie.
Vediamo alcuni approfondimenti utili a comprendere meglio i fenomeni che causano squilibri al sistema immunitario e che stanno alla base di queste malattie.
Poiché le malattie autoimmuni sono determinate da fattori che sovraccaricano, sbilanciano ed indeboliscono il sistema immunitario costringendolo ad attaccare alcuni tessuti dell´organismo che lo stesso sistema immunitario dovrebbe proteggere, elencherò quali sono tali fattori ampliando quanto già scritto e andando più nel concreto su aspetti che coinvolgono lo stile di vita e alimentare. In particolare qui sono elencati i fattori che sopprimono ed indeboliscono il sistema immunitario visto che quando indebolito e mal funzionante non solo facilità infezioni ma alla lunga ne predispone l´iper reazione attaccando tessuti propri.
Tali fattori vanno presi in considerazione anche per altre patologie del sistema immunitario come le allergie, insufficienze patologiche del sistema immunitario, tendenze croniche
all´infezione, tumori ecc.
FATTORI CHE SOPPRIMONO O INDEBOLISCONO IL SISTEMA IMMUNITARIO
Zuccheri e carboidrati concentrati: 100 grammi di zucchero in qualsiasi forma (saccarosio, miele, succo di frutta ecc.) determina una riduzione del 50% dell´attività dei globuli bianchi (componenti del sistema immunitario atti alla difesa) per un periodo di alcune ore. Inoltre gli zuccheri provocano un aumento di produzione di muco intestinale indebolendo il sistema immunitario del tratto gastro-enterico il quale con i suoi 100-200 metri quadrati di superficie rappresenta un buon 70-80% dell´interno sistema difensivo. Tale indebolimento causato dagli zuccheri si esplica ad esempio compromettendo l´abilità dei neutrofili (una categoria dei globuli bianchi) ad inglobare agenti esterni come i batteri che possono quindi proliferare più facilmente. Un altro modo in cui gli zuccheri alterano il sistema immunitario è quello di rallentare la trasformazione dei linfociti che non possono quindi trasformarsi nella loro forma attiva.
Fumo: con le sue 3000 sostanze tossiche il fumo oltre a sovraccaricare di tossine il sistema immunitario ne indebolisce il suo funzionamento.
Obesità: diminuisce sia la capacità battericida dei globuli bianchi sia la produzione di anticorpi. Inoltre favorisce i processi infiammatori.
Alcool in quantità eccessiva: rallenta la mobilitazione dei globuli bianchi ed inibisce in maniera significativa i neutrofili. Inoltre come per il fumo, ruba preziosi nutrienti come le vitamine del gruppo B, la vitamina C, la vitamina E ed altri nutrienti essenziali al funzionamento del sistema immunitario che ne risulta quindi indebolito.
Carenze nutrizionali: per il corretto funzionamento il nostro sistema difensivo necessita di; B2, B5, B6, B9, B12, Vitamina D, rame, zinco, magnesio, arginina ecc.
Se tali nutrienti sono carenti come spesso succede nella nostra dieta le nostre difese possono risultarne indebolite.
Metalli pesanti come cadmio, piombo o mercurio dalle amalgame dentali; inibiscono la sintesi e produzione di molti dei componenti chiave del sistema immunitario.
Esiste oramai una vasta documentazione scientifica che collega la sclerosi multipla all'intossicazione di mercurio.
Pesticidi che si trovano in quantità "accettabile" secondo la legge (ma non per il nostro organismo) nella frutta e verdura che troviamo al supermercato. Inibiscono il funzionamento dei linfociti e causano una degenerazione del timo, organo essenziale al funzionamento del sistema immunitario (laddove vengono "addestrati" i linfociti T- T appunto da timo).
Farmaci, in particolare gli antinfiammatori sia i non steroidei che i cortisonici, quest´ultimi sono i peggiori in quanto ad immunosoppressione ed infatti vengono utilizzati per impedire il rigetto nei casi di trapianto di organi ma... ad un prezzo altissimo per l´organismo.
Comunque tutti i farmaci direttamente o indirettamente causano alla lunga immunosoppressione tramite un indebolimento ed intossicazione del fegato, organo fondamentale per il corretto funzionamento del sistema immunitario.
Sostanze tossiche come solventi o impianti di silicone in quanto riducono l´attività delle cellule Natural Killers, quelle componenti del sistema immunitario deputare all´eliminazione di cellule cancerogene o cellule infette da virus.
Eccessivo sforzo fisico il quale da un lato sottrae nutrienti essenziali al funzionamento del sistema immunitario e dall´altro genera una quantità superiore alla norma di radicali liberi i quali a loro volta impegnano in maniera maggiore lo stesso sistema difensivo. Qui però è essenziale specificare che al contrario un esercizio fisico non eccessivo ma proporzionato all´energia dell´organismo ha invece un effetto di immunostimolazione ad esempio grazie ad una maggiore produzione dell´ormone della crescita e dell´ormone DHEA che ha ottimi effetti sul sistema immunitario.
Stress. Qui siamo nell´ambito della psiconeuroendocrinoimmunologia la quale ha già dimostrato da tempo come nel sistema immunitario vi siano recettori che interagiscono con il sistema nervoso. In altre parole e per semplificare ogni pensiero stressante o negativo ha una sua influenza su molti sistemi ed apparati dell´organismo incluso il sistema immunitario. Lo stress corrisponde ad una maggiore produzione di cortisolo il quale alla lunga ha effetti simili al cortisone in quanto a capacità immunosoppressiva.
Riposo insufficiente: generando stress nell´organismo e favorendo il catabolismo (la distruzione e consumo dei tessuti) si indebolisce anche il sistema difensivo.
Esposizione agli agenti infettivi: in particolare parliamo di quel tipo di infezioni non acute e che tendono a cronicizzare come quelle da candida, virus della famiglia herpes, parassiti intestinali ecc. Tali agenti tengono impegnato in continuazione il sistema immunitario in vari modi: per la loro stessa presenza, per l´intossicazione dei loro metaboliti (i loro escrementi) e per i danni biochimici e fisici alla mucosa gastroenterica. In particolare la candida ha un effetto immunosoppressivo diretto.
Inquinamento atmosferico: danneggia le membrane difensive delle mucose soprattutto delle vie respiratorie.
Uso frequente di antibiotici: determinano un calo generale delle difese immunitarie, favoriscono la proliferazione di candida e del batterio clostridium difficile, rendono i batteri più forti e resistenti.
Intestino infiammato ed intolleranze alimentari: impegnano il sistema immunitario e lo indeboliscono a livello della mucosa gastroenterica.
DISBIOSI INTESTINALE E PATOLOGIE AUTOIMMUNI
Il mantenimento di un corretto equilibrio batterico intestinale (tra batteri buoni e meno buoni) detto eubiosi è fondamentale per l´instaurarsi di una risposta immunitaria adeguata facilitando il lavoro di riconoscimento degli agenti patogeni.
L´aumento delle patologie autoimmuni sembra direttamente proporzionale ad un aumento di disbiosi intestinale.
Vi sono evidenze scientifiche riguardo ad una relazione diretta tra un tipo di batterio ed agente patogeno ed un tipo specifico di malattia autoimmune, ad esempio tra:
Spondilo artrite anchilosante e klebsiella
Artrite reumatoide e batterio Proteus
Tiroidite autoimmune e Yersinia enterocolitica
Endocardite reumatica Streptococco.
PERCHE´ LE DONNE SONO PIU’ INCLINI ALLE PATOLOGIE AUTOIMMUNI
Il motivo va ricercato nel diverso assetto ormonale e più precisamente nella maggiore produzione da parte del corpo femminile di estrogeni. Gli estrogeni stimolano più degli androgeni (gli ormoni sessuali maschili) alti livelli di cortisolo che come già specificato sopprime ed altera il sistema immunitario.
Vi sono livelli alti di cortisolo nella donna alla fine della fase follicolare e si mantengono tali fino ad una settimana prima del mestruo. Anche in gravidanza quando i livelli di estrogeni sono fisiologicamente più alti. La donna ha però un punto di forza con cui può mitigare questo fenomeno ed è il corretto funzionamento delle ghiandole surrenali le quali producono il DHEA un ormone che controbilancia gli effetti immunosoppressori del cortisolo. Uno dei programmi che spesso utilizzo è il protocollo anti-stress che supporta appunto l´adeguato funzionamento delle ghiandole surrenali.
Vitamina D: un aiuto essenziale nelle malattie autoimmuni
Sono sempre più numerose le evidenze scientifiche che attestano l'efficacia di alte dosi di vitamina D nella prevenzione e nel trattamento delle malattie autoimmuni, compresa la sclerosi multipla.
Vitamina D: un aiuto essenziale nelle malattie autoimmuni.
Sono sempre più numerose le evidenze che attestano l'efficacia di alte dosi di vitamina D nel trattamento e nella regressione delle malattie autoimmuni e negli ultimi tempi la letteratura scientifica ha pubblicato innumerevoli studi sull'argomento.
Assai significativi appaiono i risultati delle ricerche del neurologo brasiliano Cicero Galli Coimbra (1), che già dodici anni fa cominciò a somministrare ai suoi pazienti alte dosi di vitamina D, pro-ormone regolatore del sistema immunitario presente negli organismi viventi da oltre 500 milioni di anni.
Oggi in Italia non sono molti i medici specializzati che applicano questi protocolli terapeutici; uno di questi è il dottor Paolo Giordo, neurologo e omeopata, che ha appreso il razionale della terapia, metodologie e protocolli di cura direttamente dal professor Coimbra.
Gli studi del dottor Coimbra.
"Nelle malattie autoimmuni il sistema immunitario è talmente sgretolato da scatenare una reazione contro gli stessi componenti del nostro organismo" spiega Giordo. "Negli ultimi vent'anni si è osservato che, mano a mano che ci si allontana dall'equatore, le popolazioni presentano molto spesso diffusi stati di carenza di vitamina D, e che ciò è statisticamente collegato all'aumento dell'incidenza delle malattie autoimmuni e degenerative".
Osservazione e conoscenza hanno trovato una perfetta fusione quando il dottor Coimbra, insieme ai suoi collaboratori, iniziò a somministrare 10.000 UI (2) di vitamina D al giorno alle persone affette da sclerosi multipla e altre malattie autoimmuni. "Si tratta della dose che il corpo è in grado di produrre da sé dopo 20-30 minuti di esposizione solare" continua Giordo. "Nei pazienti si attenuarono molto l'astenia e l'affaticamento, oltre agli altri sintomi neurologici. Poi si iniziò ad utilizzare un dosaggio più elevato senza che ci fosse ripercussione alcuna sul metabolismo del calcio; quindi Coimbra e i suoi collaboratori aumentarono le dosi sino al punto in cui l'escrezione del calcio urinario superò la norma.
Tutto ciò era accompagnato da una serie di misure precauzionali tali da eliminare il rischio di un eccesso di calcio nei reni.
Negli anni, poi, il dottor Coimbra in Brasile e il dottor J.T. Bowles negli Stati Uniti hanno somministrato elevate quantità di vitamina D nei pazienti affetti da malattie autoimmuni arrivando anche a 30, 40, 50 o 60 mila UI al giorno, senza riscontrare quei problemi di sovradosaggio che vengono paventati dalle linee guida e dalle RDA, le dosi raccomandate giornaliere, ancora in uso. In molti casi sono stati ottenuti risultati spettacolari con remissioni dei sintomi in oltre il 90-95% dei pazienti".
Un numero sempre maggiore di medici si sta esprimendo favorevolmente sull'uso di dosaggi più elevati di vitamina D nelle malattie correlate alla sua carenza. Uno studio canadese sulla sclerosi multipla ha dimostrato la sicurezza dell'impiego di alte dosi: "Gli effetti positivi dopo 6-12 mesi sono stati di tipo immunomodulatorio, inclusa una riduzione persistente delle cellule T che ha portato a una netta diminuzione delle ricadute" spiega sempre Giordo.
Ma come agisce la vitamina D su queste malattie?
Il ruolo della vitamina D
"La luce solare, e di conseguenza la vitamina D che si forma attraverso di essa, oltre ad essere essenziale per il metabolismo delle ossa, stimola la produzione del fattore di crescita dei nervi e promuove lo sviluppo delle connessioni nervose" aggiunge Giordo. "Quanto più forti sono queste connessioni (sinapsi), tanto più efficienti sono le capacità motorie, sensoriali, cognitive.
La carenza di vitamina D è un importante fattore di rischio di molte malattie croniche: autoimmuni, infezioni respiratorie, immunodeficienza, malattie cardiovascolari e ipertensione arteriosa, diabete di tipo 1, cancro, morbo di Alzheimer ecc; regola inoltre la produzione di chemiochine contrastando l'infiammazione di tipo autoimmune e induce la differenziazione delle cellule immunitarie in modo tale da promuovere l'autotolleranza.
In più, promuove la regolazione e l'interazione tra linfociti e cellule aumentando la produzione di linfociti Th2 e inducendo la proliferazione di cellule dendritiche con proprietà di tolleranza immunitaria, con un'azione antinfiammatoria e di immunoregolazione. La vitamina D è implicata anche nel meccanismo di apoptosi (o suicidio) cellulare, che si manifesta quando la cellula riceve il segnale che deve morire in quanto non più funzionale; se questo segnale non viene raccolto ed eseguito si può aprire la strada a una proliferazione incontrollata".
"I protocolli utilizzati hanno un loro razionale anche nella prevenzione oncologica. E' il caso di dire che la vitamina D fa bene per tante patologie e questo è spiegato dal fatto che i recettori per la vitamina D sono presenti nella maggior parte delle cellule e dei tessuti del nostro corpo. Questa sostanza è uno dei più potenti regolatori della crescita cellulare, sia delle cellule normali che di quelle tumorali. Per questo è particolarmente efficace nell'inibire la crescita anomala o lo sviluppo di tumori maligni nei tessuti epiteliali.
Il dottor Frank Caldwell Garland ritiene che i carcinomi abbiano un'origine comune nei bassi livelli di vitamina D e che con un'adeguata integrazione di quest'ultima potrebbero essere prevenuti il 75% dei tumori.
A livello immunogenetico la vitamina D aiuta a regolare la produzione di E-caderina, una specie di colla biologica che tiene unite le cellule. Quando è scarsa, le cellule perdono adesione reciproca, alcune di esse migrano al di fuori della loro sede fisiologica e cominciano a moltiplicarsi senza controllo, dando luogo alle prime fasi della trasformazione cancerosa. Inoltre esistono evidenze secondo cui una carenza di vitamina D ha una diretta correlazione con alcuni tra i più comuni tumori (mammella, colon, prostata, polmone, linfoma di Hodgkin ecc); ciò apre anche possibilità terapeutiche e non solo preventive".
Partire dallo stile di vita
Le malattie autoimmuni hanno generalmente una genesi multifattoriale, cioè dovuta a diverse cause ambientali, genetiche e legate agli stili di vita. "Quindi anche il trattamento deve rispondere a questa molteplicità di cause cercando di compensare tutte le carenze e di riequilibrare le alterazioni che si sono gradualmente create" spiega Giordo.
 
"Il primo squilibrio avviene a livello della barriera intestinale quando passano sostanze estranee o riconosciute tali che innescano reazioni immuni. Correggere l'alimentazione e gli stili di vita è essenziale per il benessere intestinale e immunitario, è vitale provvedere alla giusta proporzione dei micronutrienti quali vitamine, minerali, oligoelementi, enzimi, ecc.
Occorre scegliere gli alimenti più idonei in modo da trarre da essi ciò di cui abbiamo bisogno e ricorrere a un'integrazione nel caso di aumentato fabbisogno di specifici nutrienti, come la vitamina D, ad esempio. Inoltre oggi sappiamo che le tensioni quotidiane, le ansie, lo stress sono in grado di danneggiare il nostro cervello facendogli perdere neuroni e connessioni nervose che è difficile ripristinare.
Molti studi confermano che, soprattutto nelle malattie autoimmuni ma non solo, un evento stressante negativo di determinate proporzioni precede l'esordio della malattia o una sua riacutizzazione; questo avviene in oltre il 90% dei casi. Se si riesce a comprendere e trattare la maggior parte di qusti fattori concausuali delle malattie, i risultati terapeutici non si fanno attendere a lungo e sono positivi".
 
Il dottor Coimbra ha ottenuto in tutte le malattie autoimmuni e non solo (sclerosi multipla, artrite reumatoide, Parkinson, Alzheimer iniziale, spondilite anchilosante, malattia di Sjogren, rettocolite ulcerosa, Crohn, psoriasi, vitiligine, fibromialgia, diabate tipo 1 e così via) remissioni sintomatologiche di circa il 95%. "Anche noi siamo sulla buona strada e gli studi di approfondimento e di integrazione terapeutica ci inducono ad una serena prospettiva per i pazienti" conclude Giordo.
NOTE:
1. Cicero Galli Coimbra è professore associato al Dipartimento di neurologia e neurochirurgia dell'ospedale federale di San Paolo.
2. UI (Unità Internazionale) è l'unità di misura utilizzata in farmacologia per determinare la quantità di una sostanza in base al suo effetto.
Fonte: Naturopatiaprofessionale
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